Dai noccioleti alla pineta Ragabo

Durata: 4:30 ore

Lunghezza: 13 km

Quota di partenza: 1029 m.

Quota massima: 1420 m.

Quota di arrivo: 1420 m.

Dai crateri del 1928 al grande bosco

La prima parte della giornata è dedicata a degli ameni noccioleti ed ai crateri del 1928, l’impetuosa eruzione che determinò la distruzione dell’antico paese di Mascali, ma risparmiò l’abitato di Sant’Alfio. Per grazia ricevuta i fedeli della zona costruirono nel 1958 la chiesetta da cui ha inizio la terza tappa del trekking.  Anche a fianco degli edifici rurali -oggi circondati da noccioli- si incontrano piccoli altarini votivi che ricordano la fede di quanti in quella occasione videro risparmiate le loro terre dalla furia del vulcano.

Dopo circa un’ora di cammino si incontra la fenditura eruttiva, visitabile se muniti di una lampada tascabile. Seguendo i minuscoli conetti allineati l’uno dopo l’altro, si nota infatti l’ultimo “hornito” che è  accessibile dal basso da una stretta apertura: entrandovi con molta cautela si scopre l’interno del canale in cui fluiva il fiume di lava.

Proseguendo il cammino si entra nel demanio forestale, in una zona caratterizzata soprattutto da un vasto bosco di cerri. Il primo tratto nel querceto è piuttosto ripido, quindi si incontra un evidente bivio in cui svoltare a sinistra e proseguire ancora su comoda pista forestale all’interno del fitto bosco. Con un breve tratto in discesa si attraversa una porzione del territorio di Piedimonte Etneo sino ad incontrare un segnale che invita a svoltare sulla sinistra per raggiungere gli edifici forestali di monte Crisimo, uno dei quali è abitualmente lasciato aperto in modo da consentire il riparo d’emergenza degli escursionisti. La cisterna è pure accessibile, ma contiene acqua non potabile.  Il luogo è comunque panoramicissimo e merita una sosta. Un ulteriore tratto in salita permette di arrivare alla sella di Monte Crisimo. Qui l’itinerario diventa quasi pianeggiante per un paio di chilometri. Si attraversa una delle ultime propaggini delle violenta eruzione bi-laterale del 27 ottobre del 2002, che distrusse in poche ore quasi tutte le strutture turistiche di Piano Provenzana ed arrecò gravi danni anche sul versante opposto del vulcano con un contemporaneo flusso lavico. E’ piacevole notare come i fianchi della colata siano già cosparsi di giovani pianticelle di pino pronte a continuare l’eterno ciclo della vita che continua  dopo la morte. Per raggiungere i posti tappa si utilizza l’ampia strada del bosco (tuttora selciata) che un tempo veniva utilizzata per portare a valle i possenti tronchi della pineta Ragabo. Una volta arrivati a Piano Pernicana si risale con agevole sentiero alla zona dei posti tappa dove è possibile pernottare e cenare.

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